Partire per mari lontani con la propria fidata barca a vela è il sogno nel cassetto di molti velisti, per la maggior parte rimarrà per sempre un sogno, e probabilmente è meglio cosi, avvicinarsi ai propri sogni può anche significare vederseli sbriciolare sotto agli occhi, e poi restare senza nulla da sognare, che è una delle condizioni più tristi della vita!
Molti degli aspiranti “giramondo” che incontro mi pongono spesso questa domanda:
“Cosa debbo fare per realizzare il mio sogno?”
La prima risposta che mi viene in mente è appunto “Crederci fermamente” e la seconda “Dimensionare il sogno alle proprie reali possibilità”.
Questa seconda affermazione potrebbe sembrare l’antitesi del sogno, che per sua natura dovrebbe nascere dalla fantasia e dall’irrazionalità, ma ho spesso visto che chi cerca di realizzare i propri “sogni” partendo da queste basi, spesso finisce, come Icaro, con il bruciarsi le ali!
E’ questo il punto, i “sogni” debbono per forza di cose divenire reali, concreti e spesso con risvolti molto prosaici.
E’ a questo punto che scaturiscono le domande molto pratiche, cui cercherò di rispondere in questa sezione:
Ma quanto costa vivere in barca girando per il mondo?
Vi sono diversi stili di vita dei “giramondo” a cui corrispondono altrettanto differenti costi:
L’essenziale:
Vive – perché spesso è un solitario – con un “budget” minimo, ha una barca quasi sempre inferiore ai dieci metri, spesso in acciaio con vistose traccie di ruggine, attrezzatura di base, pochi accessori – solo quelli realmente indispensabili – non frequenta i Marina, si fa tutti i lavori da solo, e spesso esegue manutenzioni, a pagamento, su altre barche.
Segue una dieta rigorosa evitando tutti i cibi più cari, non conosce i ristoranti, al massimo un panino in un chiosco, si sposta solo con i mezzi pubblici.
Quando naviga è uno dei velisti più puri, fa infatti un utilizzo molto parsimonioso del suo motore che in genere è di potenza limitata.
Non praticando noi questo stile di vita, non so quanto possa spendere, ma da quello che ho visto sicuramente molto poco!
Io ho tutto!
Sono “l’elite” dei giramondo, navigano con barche nuove di dimensioni rigorosamente superiori ai quindici metri e prodotte da cantieri “Top de game”.
A bordo dispongono di tutti gli accessori più sofisticati, dall’elica di prua, al generatore, al desalinizzatore, il condizionatore, l’elettronica più completa possibile, in sostanza tutto quello che si può sognare di possedere sfogliando un catalogo d’articoli nautici o visitando un Salone.
Affidano tutta la manutenzione della barca a personale specializzato, ed appena qualche cosa è meno che perfetta, o passata di moda, la sostituiscono con una nuova.
Sono assidui frequentatori dei Marina, che cercano con tenacia; appena a terra debbono scoprire tutti i migliori ristoranti e le signore le più fornite zone di”shopping”.
A terra si muovono naturalmente solo con auto a noleggio o in aereo.
Anche in questo caso non potrei dire quanto spendano, ma sicuramente molto!
I “medio-sfigati”
Rappresentando la categoria più diffusa. – l’aggiunta di “sfigati” deve essere letta solo in rapporto alla categoria prima descritta! –
Comunemente navigano in coppia o in famiglia su barche la cui dimensione varia dagli undici ai tredici metri, sono spesso barche un poco “vecchiotte” ma di affermati cantieri e noti progettisti, ben tenute sebbene non in modo maniacale.
Dispongono di tutte le attrezzature necessarie, sia tecniche che per garantire un sufficiente comfort di vita a bordo, ma naturalmente tengono in debito conto i consumi energetici ed i costi di manutenzione.
La manutenzione è quasi sempre effettuata da loro stessi, e si rivolgono a personale specializzato solo per quegli interventi molto tecnici e che richiedono attrezzi specifici.
Non rifuggono dai Marina, ma vi si fermano solo per il tempo necessario o se non vi sono altre possibilità.
Si concedono alcune uscite in ristoranti ed escursioni all’interno dei paesi visitati, utilizzando sia i mezzi collettivi che, quando occorre, il noleggio di un auto o un volo aereo per tratti più lunghi.
In sostanza cercano di non farsi mancare nulla senza strafare.
Di questa categoria, a cui Silvia ed io apparteniamo, posso tratteggiare i costi di massima!
Che dipendono anche dalla regione in cui ci si trova a navigare: quando eravamo sul delta del Casamance, in Senegal, dove non vi era nulla da comperare se non i viveri di base, spendevamo molto di meno, rispetto a quando stavamo a Buenos Aires, città che offre qualsiasi cosa uno possa desiderare! Oppure di quanto abbiamo speso l’ultimo anno nelle Piccole Antille, molto turistiche e quindi costose.
Analizzando le spese da noi sostenute in cinque anni, dal 2003 al 2009, possiamo vedere che, in due, abbiamo speso una media di 20.000 Euro per anno, divise in questo modo:
Causa
%
Manutenzione ordinaria
24
Marina e Porti
10
Assicurazioni
16
Svago, viaggi, ristoranti…
13
Cambusa
12
Manutenzione straordinaria
11
Rientri in Italia
10
Gasolio e gas
1,5
Internet
1,5
Varie
1
Nel compilare i costi non abbiamo però mai tenuto conto di quelle che definirei “piccole spese personali”, come ad esempio:
per Silvia – vestitini, scarpette parrucchieri e simili…
per Luigi – tabacchi e pipe, qualche “gadget” elettronico d’uso personale…
Non sono poi conteggiate le spese per i libri, ma per questo, a condizione di leggere in diverse lingue, funziona molto bene lo scambio con altri giramondo.
Dall’analisi di questa tabella si vede subito che i costi che incidono maggiormente sono quelli relativi alla barca!
E’ molto difficile ridurre i costi della “manutenzione ordinaria”, ossia il carenaggio – compresa la sosta a terra – la riparazione o sostituzione di tutti gli elementi usurati, mentre quelli per la “manutenzione straordinaria” – generalmente nuove attrezzature o migliorie utili, ma non indispensabili – possono essere ridotti se non completamente eliminati.
Anche la voce “svago”, potrebbe essere ridotta, ma a mio parere non del tutto cancellata, perché:
“Es verdad que tiene una vida mas barata, ma non es vida!” (E’ vero che vi è una vita più economica, ma non è vita!)
Seguendo il medesimo ragionamento si potrebbero eliminare le voci “rientro in Italia” – basterebbe non rientrare – e “assicurazione” (corpo per la barca ed infortuni per l’equipaggio), sarebbe sufficiente rischiare!
Concludendo, e volendo rimanere nell’ambito della ragionevolezza, per vivere in barca occorre disporre di un “budget” compreso tra i 15.000 e i 22.000 euro all’anno, cosa non difficile per una coppia che disponga di due discrete pensioni, o della rendita derivante dalla locazione di qualche immobile. Non per nulla la maggior parte dei giramondo di questo tipo sono coppie di mezza età (ed oltre…), più rari, in questa categoria i giovani o le famiglie con figli piccoli.
Luigi Ottogalli
Link: http://iviaggideljonathan.blogspot.com/2011/11/i-sogni-vanno-realizzati.html